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Tra i premi più prestigiosi nel campo del giornalismo, spiccano senza dubbio gli statunitensi Pulitzer e Polk Awards e, di fronte all’uso sempre maggiore e diffuso di strumenti generativi di IA, i vecchi regolamenti riguardanti le modalità di partecipazione e di accesso non sono più adeguati.

L’Intelligenza Artificiale può essere utilizzata dai giornalisti come supporto nella creazione dei loro contenuti? Anche qui, se vogliamo evitare che l’Intelligenza Artificiale sia sempre vista come una minaccia per il lavoro umano, potrebbe essere necessario riflettere su questa prospettiva.

Marjorie Miller, la giornalista direttrice del Premio Pulitzer, ha dichiarato che cinque dei 45 finalisti dei Premi Pulitzer per il giornalismo di quest’anno hanno ammesso di aver utilizzato l’Intelligenza Artificiale nel processo di ricerca, reportistica o narrazione dei loro contributi.

Miller ha affermato che il consiglio direttivo del Pulitzer, composto da 18 membri,  ha iniziato a discutere le politiche sull’Intelligenza Artificiale all’inizio dello scorso anno e che l’approccio è stato sempre esplorativo, senza considerare limitazioni all’uso dell’IA per evitare di scoraggiare le redazioni dall’adottare tecnologie innovative.

“La vedo come un’opportunità per testare la creatività che i giornalisti stanno applicando all’intelligenza artificiale generativa, anche in questi primi giorni”, ha dichiarato Hansen, un membro del consiglio.

Il gruppo si è concentrato principalmente sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale generativa, dedicando tempo anche alla legislazione sul copyright, alla privacy dei dati e ai pregiudizi nei modelli di apprendimento automatico.

Per quanto riguarda i Polk Awards quest’anno sono già stati assegnati, ma il curatore dei premi John Darnton ha affermato che l’organizzazione inizierà formalmente a sviluppare una politica di divulgazione dell’intelligenza artificiale questa primavera, anche se già ci sono opinioni contrastanti in merito.

Già in altri contesti, l’utilizzo dell’IA aveva fatto molto discutere, ricordiamo il premio letterario Akutagawa dove l’autrice del romanzo vincitore “La Torre di Tokyo della Simpatia”, ha ammesso di aver utilizzato l’IA, in particolare ChatGPT, per il 5% del lavoro.

Oppure il caso del premio Sony World Photography Award, dove il tedesco Boris Eldagsen ha rifiutato di accettare un premio per il suo lavoro che era una “co-creazione” utilizzando l’intelligenza artificiale.

Ciò lascia comprendere come oramai l’Intelligenza artificiale debba essere considerata come uno strumento che può essere utilizzato in tutti i mondi che sia quello artistico letterario o quello dell’informazione.