La fotografia intitolata “FLAMINGONE”, che raffigura un fenicottero con la testa e il collo nascosti sotto il busto, è stata presentata dal fotografo e scrittore Miles Astray ai 1839 Awards, una serie di concorsi che premiano i fotografi più importanti che utilizzano la fotografia come forma d’arte, per la nuova categoria immagini create dall’intelligenza artificiale.

Astray è stato selezionato tra i vincitori nella categoria IA dalla giuria e ha anche vinto il People’s Vote Award. In realtà, l’immagine di quel fenicottero realizzata da Astary non era stata creata dall’IA ma era autentica e, nel momento in cui è stato scoperto, l’artista è stato squalificato.

Gli organizzatori del concorso hanno affermato che l’immagine di Astray racchiudeva un “messaggio potente”, ma il contributo della foto era comunque non corretto per il concorso. Ogni categoria ha criteri distinti che le immagini dei partecipanti devono soddisfare.

Con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, la competizione tra uomo e macchina è sembrata sbilanciata con una corsa verso l’IA e, con questo gesto, sembra che il fotografo, per quanto da lui dichiarato, abbia tentato di invertire la situazione.

Astray, ha spiegato di essere stato spinto a violare le regole dopo che un’ondata di immagini generate dall’intelligenza artificiale ha vinto concorsi fotografici convenzionali. “Mi è venuto in mente che avrei potuto ribaltare questa storia come solo un essere umano potrebbe, inviando una foto reale a un concorso di intelligenza artificiale”.

La scelta dell’opera da presentare è stata difficile, doveva sembrare abbastanza credibile da essere considerata generata dall’IA.

Il fotografo ha raccontato la storia dietro questa immagine e perché ha deciso di presentare proprio questa al concorso.

Circa due anni fa, durante un viaggio dal Canada all’Ecuador, Astray fece una sosta ad Aruba, un’isoletta con fenicotteri liberi, sull’isola, i fenicotteri erano a loro agio con la presenza umana. Il primo che incontrò seguiva la sua routine mattutina. Mentre scattava foto, il fenicottero si grattò la pancia, creando una posa surreale, perfetta per sembrare creata dall’IA.

La vittoria di Astray arriva un anno dopo che l’artista tedesco Boris Eldagsen vinse un Sony World Photography Award (cui poi rinunciò) con un’immagine generata dall’intelligenza artificiale. Eldagsen difese la sua decisione di inserire l’immagine nella categoria “creative open”, sostenendo che “Il processo prevede molti passaggi, non consiste solo nell’inserire tre parole e fare clic su genera” e che, quindi, anche quella era arte.

Miles Astray ha spiegato quali fossero i suoi obiettivi, prima di tutto dimostrare che la natura conserva ancora il primato sulla tecnologia in termini di creatività, bellezza e fascino e, contemporaneamente, anche dimostrare la crescente difficoltà nel distinguere tra fotografie reali e contenuti generati dall’intelligenza artificiale, una problematica che comporta pericoli significativi.

L’artista propone anche soluzioni per mitigare questi problemi. Suggerisce di etichettare chiaramente le immagini e i video generati dall’intelligenza artificiale in modo che le persone possano distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, sottolineando inoltre che questa sia una responsabilità individuale importante e che è essenziale insegnare ai giovani che vivono una vita immersi nel mondo digitale a sviluppare un occhio critico per valutare le informazioni che incontrano.