Vi ricordate dell’accordo tra OpenAI e Axel Springer di cui avevamo scritto lo scorso dicembre? L’accordo prevedeva che Axel Springer concedesse ad OpenAI di accedere alla intera banca dati delle sue testate, con la promessa che nelle sue risposte, ChatGPT avrebbe citrato gli articoli dell’editore tedesco, linkandoli, diventando così una preziosa fonte di traffico referral.

Nel dicembre 2023, Bloomberg aveva infatti riferito che OpenAI avrebbe pagato “ decine di milioni di euro ” ad Axel Springer nei prossimi tre anni, come parte di quest’accordo di licenza.

“Con questa partnership, gli utenti di ChatGPT in tutto il mondo riceveranno riassunti di contenuti di notizie globali selezionati dai marchi mediatici di Axel Springer, tra cui POLITICO, BUSINESS INSIDER e le proprietà europee BILD e WELT, inclusi contenuti altrimenti a pagamento. Le risposte di ChatGPT alle domande degli utenti includeranno attribuzioni e collegamenti agli articoli completi per trasparenza e ulteriori informazioni” aveva scritto l’editore in un articolo sul suo sito.

Tutto molto bello ed interessante se non fosse che, qualche giorno fa, un sindacato americano di giornalisti ed editori, la Insider Union, ha accusato Business Insider, una delle testate dell’editore Axel Springer, di minare il lavoro giornalistico con il suo accordo di fornitura degli articoli del giornale ad OpenAI, dimostrando che in realtà ChatGPT non linkava alle fonti del giornale.

L’accusa era parte di una lettera inviata al management di Business Insider con la richiesta di condividere i dettagli sull’accordo di licenza siglato con OpenAI, perché come dimostrato in alcuni screenshoot allegati alla lettera, in realtà ChatGPT non linkava, su alcuni articoli, le fonti di Business Insider.

Il fatto è questo: a partire dalla fine del 2021, Business Insider pubblicò due indagini sulle accuse di cattiva condotta sessuale contro il proprietario di Barstool Sports, Dave Portnoy. Era una notizia eccezionale per la pubblicazione, che è stata successivamente denunciata per diffamazione da Portnoy. (Il caso alla fine fu archiviato).

Negli screenshot inclusi nella lettera si evidenziava che ChatGPT non si collegava ai resoconti originali di Business Insider, ma si collegava invece alle aggregazioni di quelle storie di The Independent (Regno Unito) e Yahoo News. Nessuno di queste testate ha annunciato una partnership con OpenAI come quella firmata da Axel Springer. ( Secondo quanto riferito, Yahoo collabora con OpenAI per alcuni contenuti sulla sua app Yahoo News.)

La preoccupazione del sindacato è che, alla fine, lo spettro della disintermediazione delle IA nei confronti dei giornali si stia concretamente materializzando, svilendo il lavoro giornalistico. In poche parole è chiaro che gli utenti che trovano informazioni e risposte all’interno di una piattaforma di Intelligenza Artificiale non avendo le fonti di riferimento non sarebbero più motivati a cercare le fonti sulle testate giornalistiche.

Ma la domanda che ci poniamo noi, in un contesto dove la lettura dei giornali è assolutamente in profonda crisi, è: se anche ci fossero i link alla fine di un resoconto di una pagina di Chat GPT su una specifica notizia, davvero crediamo che i pigri lettori, dopo aver trovato ciò che cercavano all’interno della piattaforma IA, vadano anche a leggersi la fonte del giornale??