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Lo scorso aprile Microsoft ha investito circa 1,5 miliardi di dollari nell’azienda di Intelligenza artificiale degli Emirati Arabi Uniti G42; l’accordo prevedeva  l’ingresso, nel consiglio di amministrazione dell’azienda araba, del presidente di Microsoft, Brad Smith, e l’utilizzo del cloud Azure da parte di G42 per le sue applicazioni di intelligenza artificiale.

Tale investimento era stato incoraggiato anche dal governo degli Stati Uniti in quanto un’altra parte dell’accordo prevedeva che G42 eliminasse l’hardware di Huawei, l’azienda cinese di telecomunicazioni, e che gli Emirati Arabi Uniti accettassero di rimuovere le apparecchiature di Huawei da alcune aree considerate sensibili.

Tutto ciò appare congruo con lo scenario di guerra economica e tecnologica tra USA e Cina in atto, ci basti pensare alle restrizioni imposte nelle esportazioni dei chip di Nvidia.

D’altro canto, i rapporti tra Stati Uniti ed Emirati Arabi sono in pieno sviluppo ma, solo nel momento in cui G42 ha dichiarato di voler recidere i suoi legami con la Cina, Microsoft ha avanzato la proposta.

Nel mese di dicembre il direttore generale di G42, Peng Xiao, aveva pubblicamente preso le distanze dalla Cina affermando che “non poteva lavorare con entrambe le parti” e a febbraio, l’azienda ha dichiarato che il suo dipartimento di investimenti tecnologici, 42XFund, aveva venduto tutte le sue partecipazioni in società cinesi, ma ha rifiutato di rivelare a chi sono state vendute le partecipazioni.

In questa situazione alquanto opaca, lo scorso 11 luglio alcuni esponenti repubblicani del governo americano hanno avanzato delle preoccupazioni e delle riserve su questo accordo, in quanto si tratta di un trasferimento senza precedenti di una tecnologia altamente sensibile di origine statunitense, senza aver avuto in precedenza una consultazione del Congresso.

Tale preoccupazione deriva dal fatto che i rapporti tra gi Emirati e Pechino è sempre stato stretto, ed inoltre gli investimenti cinesi di G42 sono ad oggi gestiti da Lunate, un nuovo investitore e gestore patrimoniale con sede proprio ad Abu Dhabi, sotto il controllo del governo degli emirati. I dubbi nascono dal fatto che Lunate sta gestendo le attività cinesi precedentemente detenute da 42XFund.

Una sorta di gioco delle tre carte.

Gli esponenti del governo americano hanno quindi scritto ed inviato la settimana scorsa una lettera al presidente alla Casa Bianca richiedendo in modo diretto un’indagine più approfondita di tale accordo e soprattutto dei rapporti che intercorrono tra la Cina e gli Emirati Arabi Uniti chiedendo in modo specifico l’intervento del National Intelligence Council.

Nel frattempo, Microsoft principale attore della vicenda, ha dichiarato di star lavorando a stretto contratto con il Consiglio di sicurezza nazionale in quanto, al di là di tutti gli investimenti e i ricavi economici che ne possano derivare, la sicurezza nazionale deve esser sempre considerata al primo posto.