Arriva Meta AI con la prospettiva di un monopolio

Meta ha lanciato il suo chatbot “Meta AI” nel Regno Unito, espandendo la disponibilità già presente su Instagram e Facebook in USA, Australia e Brasile. L’integrazione del chatbot AI di Zuckerberg su Facebook e Instagram pone serie questioni di concorrenza: perché uscire dall’ecosistema Meta quando risposte e servizi sono già disponibili all’interno?

Zuckerberg artificiale

Come avevamo scritto in un precedente articolo, lo scorso 4 ottobre Meta ha lanciato Movie Gen, un nuovo modello AI in grado di produrre video e audio di alta qualità. Questa tecnologia rappresenta una sfida diretta ai principali attori del settore, tra cui Runway, OpenAI ed ElevenLabs.

Nell’articolo di presentazione, l’azienda ha mostrato alcuni esempi sorprendenti, come video di animali che praticano sport acquatici e persone che vengono ritratte mentre svolgono attività creative.

La rincorsa di Meta all’integrazione delle tecnologie sintetiche non si ferma a Movie Gen. Mercoledì 9 ottobre, l’azienda ha annunciato che, il suo chatbot “Meta AI” (da noi annunciato già un anno fa), già integrato nelle piattaforme Instagram e Facebook negli Stati Uniti, Australia e Brasile sarà adesso disponibile anche in UK.

Tuttavia, nel Regno Unito deve affrontare crescenti pressioni da parte di utenti e attivisti per la privacy. L’azienda ha recentemente iniziato a informare gli utenti britannici che i loro dati sui social media, inclusi post e foto, saranno utilizzati per addestrare l’intelligenza artificiale. Questo vale anche per le interazioni dirette con l’assistente AI, che mirano a rendere il sistema più efficiente.

Sebbene Meta offra la possibilità di rinunciare alla condivisione dei dati, il processo non è immediato: gli utenti devono compilare un modulo specificando le ragioni della loro opposizione, attendendo poi una decisione dell’azienda. Questa procedura, più complessa di una semplice opzione di esclusione, ha suscitato critiche per la sua poca trasparenza e praticità.

Dopo il lancio negli Stati Uniti, Meta aveva inizialmente pianificato il debutto del chatbot AI nel Regno Unito mesi fa, ma le preoccupazioni del garante della privacy britannico ne hanno ritardato l’introduzione. Solo recentemente Meta ha ottenuto il via libera dal regolatore, consentendo all’azienda di proseguire con il lancio del suo assistente AI nel Paese.

In Europa, dove la regolamentazione sulla privacy e l’AI Act stabiliscono regole molto più rispettose dei diritti degli utenti, Meta ha rinviato l’integrazione.

L’azienda ha affermato che, oltre a questi paesi, prevede di rilasciare gradualmente Meta AI in più paesi in più paesi, incluso il Medio Oriente, diventando disponibile in 43 paesi e in più di una dozzina di lingue.

Durante l’evento Meta Connect del mese scorso, Zuckerberg ha detto che Meta AI ha ora quasi 500 milioni di utenti in tutto il mondo . Ha aggiunto che il chatbot è sulla buona strada per diventare l’assistente più utilizzato al mondo entro la fine dell’anno.

L’arrivo di Meta nel mondo degli assistenti sintetici non è banalmente quello di un nuovo concorrente nella gara per lo sfruttamento commerciale di queste tecnologie.

Appare chiaro che, l’integrazione del chatbot intelligente di Zuckerberg nelle due piattaforma social più utilizzate al mondo rappresenti una importante e pericolosa sfida alla concorrenza: perché andare “fuori” dal giardino recintato di Meta, se è possibile avere risposte già lì dove ci si trova?