Uno po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!
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SØØn
Newsletter 2 del 12 gennaio 2024
Uno po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!

SØØn vuol essere un riepilogo settimanale di alcune delle numerose novità che evolvono continuamente il mondo dell'Intelligenza Artificiale. Non è possibile darne un resoconto completo o esaustivo, ci vorrebbero decine di pagine. Scegliamo quelle che possono riguardare, direttamente o indirettamente, il mondo dell'informazione e del giornalismo

«Prologo»

IA corre, anche secondo il Reuters

Negativi i Trends del giornalismo per il 2024, secondo il Reuters Institute dell'Università di Oxford. Dal lancio pubblico di ChatGPT, le redazioni si confrontano con le implicazioni dell’intelligenza artificiale generativa, cercando di bilanciare le preoccupazioni sulla fiducia e sulla protezione della proprietà intellettuale con i vantaggi nell’efficienza e nella rilevanza per il pubblico.

La nomina di figure editoriali senior, per coordinare le attività di intelligenza artificiale, come avvenuto nel New York Times, diventerà sempre più comune, con una maggiore attenzione a linee guida etiche.
Si prevede un aumento degli abbandoni della stampa quotidiana su carta, un’espansione del raggruppamento di notizie digitali, e una crescente popolarità di robot IA e assistenti personali nel 2024, mentre gli editori continuano a investire in abbonamenti e membership (80%), con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per l’automazione delle notizie back-end considerato l’uso più importante (56%).

Conferma quindi anche da Oxford di ciò che dal nostro punto di osservazione abbiamo percepito forte (ed evidenziato più volte in questa newsletter) negli ultimi mesi: l'impatto che l'IA sta già avendo (ed avrà sempre più) sulle redazioni è violento e sarà drammatico se gli editori non decideranno di usare l'IA come supporto per le attività di routine per implementare il lavoro di qualità dei giornalisti e NON per risparmiare "mani ed inchiostri".
In questo senso, sembra di star rivivendo l'avvento del digitale oltre venti anni fa, quando gli editori pensavano solo a proteggere il loro business cartaceo, considerando il digitale non come "il" treno su cui loro per primi sarebbero dovuti salire, ma un nemico da tenere a bada.
La tecnologia si sa, non si può contenere, come un grosso cane affamato davanti ad un pezzo di carne: corre e divora tutto. Non si può trattenere, bisogna iniziare a correre insieme a lui, se non si riesce al suo fianco, almeno in prossimità.
Oggi l'unica possibilità è che i giornalisti assumano il controllo degli strumenti dell'IA, rinunciando a scrivere il tabellino delle partite ma impostandone il modello nella piattaforma intelligente e liberandosi per andare a raccogliere "l'umano", le testimonianze e le informazioni che competenza, intelligenza reale ed esperienza, consentono loro di fare la vera differenza tra l'algoritmo e la materia grigia.


Nel frattempo, nel tramontare dei social media come fonte di informazione, anche le interfacce di comunicazione con l'IA, per quanto appena nate, sembrano già superate. Di questo scrive  David Cohn, cofondatore e direttore strategico di Subtext, secondo cui la modalità di comunicazione predefinita con i sistemi di IA resta un’eredità del passato prossimo: siamo sicuri che chatbot e le attuali modalità di interrogazione di questi sistemi siano la migliore? O non sia anch’essa destinata a cambiare? Per Cohn il modo in cui interagiamo con tali strumenti, tramite le interfacce di chat, potrebbe evolversi nel tempo.

La questione centrale è se l’interfaccia di chat da sola sia la soluzione ottimale per questa interazione. In breve: l’evoluzione è continua ed è necessario rimanere al passo per non esserne sopraffatti. Se gestita correttamente, può diventare una preziosa alleata.

 

NYT reticente secondo OpenAI

Continua la querelle tra il NYT ed OpenAI:OpenAI ha risposto alle accuse sollevate dal New York Times attraverso un post pubblicato sul proprio blog, fornendo una dettagliata analisi sulle proprie pratiche, intenzioni e metodologie nella costruzione della tecnologia. La società ha dichiarato il suo impegno nella creazione di partnership con testate giornalistiche, avendo incontrato numerose persone e organizzazioni del settore per affrontare preoccupazioni e offrire soluzioni.

La situazione diventa interessante quando, nel post, OpenAI ha esplicitamente dichiarato che il New York Times non avrebbe raccontato l’intera vicenda, esprimendo sorpresa e delusione per la causa intentata dal giornale. Secondo Open, in realtà, le trattative con il Times erano iniziate molto prima e sembravano procedere in modo costruttivo fino alla comunicazione del 19 dicembre. L’azienda aveva proposto una partnership sulla visualizzazione in tempo reale con attribuzione in ChatGPT, offrendo al New York Times un nuovo modo per connettersi con i lettori e consentendo agli utenti di OpenAI l’accesso ai loro report. 

 

Regole e teologi per l'IA nel 2024

Grande risonanza ed attenzione (ed alcuni dubbi) alla nomina del teologo Paolo Benanti, alla presidenza della Commissione AI per l’Informazione, istituita dal dipartimento per l’informazione e l’editoria, struttura che fa riferimento alla presidenza del Consiglio ed è guidata dal sottosegretario Alberto Barachini. Il compito della commissione è consigliare il dipartimento sulle eventuali strategie da seguire per gestire le implicazioni dei software di intelligenza artificiale sul settore dell’informazione e dell’editoria. Altri dubbi e di altra tipologia aveva generato la nomina del suo predecessore (poi dimissionario in risposta alle critiche della premier Meloni) Giuliano Amato...

Ed in questo contesto, tra un AI Act ed un progetto di legge in Cina, passando per un ordine esecutivo di Biden negli USA, il mondo continua a differenziarsi ed a combattersi anche sul piano regolamentale dell'intelligenza artificiale.

 

 

Ma questa era solo una sintesi "commentata". In dettaglio  le nostre notizie parlano di:

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