Uno po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!
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SØØn
Newsletter 7 del 16 febbraio 2024
Uno po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!

SØØn vuol essere un riepilogo settimanale di alcune delle numerose novità che evolvono continuamente il mondo dell'Intelligenza Artificiale. Non è possibile darne un resoconto completo o esaustivo, ci vorrebbero decine di pagine. Scegliamo quelle che possono riguardare, direttamente o indirettamente, il mondo dell'informazione e del giornalismo

«In breve...(o quasi)»

La corsa per l'IA nelle redazioni non si ferma

Le forze di mercato svolgono un ruolo fondamentale nello spingere le redazioni verso l'IA, con i media che si stanno ancora adattando al declino dei modelli economici tradizionali. Per molti editori, l'intelligenza artificiale rappresenta una possibile via d'uscita da questa minaccia esistenziale, nutrendo l'aspirazione a incrementare i profitti e a scoprire nuove strategie commerciali. Quest'ottimismo è supportato da indagini che indicano un interesse crescente verso l'utilizzo dell'IA per espandere l'audience, aumentare il numero di abbonati e stimolare l'engagement.

L'ambiente competitivo in cui operano le testate giornalistiche incentiva ancora di più l'adozione dell'intelligenza artificiale, con le redazioni che monitorano attentamente le mosse dei concorrenti per assicurarsi di non restare indietro nel percorso verso l'innovazione tecnologica. Questa competizione costante funge da stimolo per l'adozione rapida delle nuove tecnologie.
Sono questi alcuni degli spunti che emergono da uno studio appena pubblicato su Columbia Journalism Review dal The Tow Center for Digital Journalism at Columbia's Graduate School of Journalism.
L'intelligenza artificiale si è progressivamente insinuata in molti ambiti legati alla produzione e diffusione di notizie, spesso in maniera discreta e non immediatamente percepibile dal grande pubblico.

Le implementazioni dell'IA nel settore dell'informazione si possono classificare in diverse categorie, ciascuna con la propria capacità di arricchire ciò che i media offrono. Una di queste categorie include lo sviluppo di nuovi prodotti o servizi, come per esempio l'adozione di tecnologie di sintesi vocale per rendere gli articoli più accessibili tramite applicazioni.

Parimenti, l'IA gioca un ruolo chiave nel migliorare la selezione e la raccomandazione dei contenuti nelle piattaforme online gestite dalle redazioni. Ciò avviene attraverso la creazione di suggerimenti personalizzati che tengono conto delle abitudini di lettura degli utenti, fornendo così un'esperienza più diretta e coinvolgente.

Le redazioni utilizzano inoltre l'intelligenza artificiale per perfezionare le loro newsletter, sia mediante l'automazione di parti del contenuto che attraverso la personalizzazione delle raccomandazioni fatte ai lettori.
Il dibattito sull’efficienza di questi strumenti per il giornalismo, può essere sostanzialmente diviso in due campi. Da un lato, ci sono esperti e professionisti che credono che l’intelligenza artificiale libererà significativamente i giornalisti, consentendo loro di concentrarsi su compiti più creativi e strategici mentre la tecnologia si occuperà del lavoro duro. Altri sono più scettici e sostengono che l’impatto dell’intelligenza artificiale sulla produttività sarà probabilmente più limitato.
Tutto probabilmente potrà dipendere da quanto le logiche imprenditoriali potranno prevalere, senza trovare mediazione, sulla necessità di una informazione etica, libera ed indipendente.

La necessità di individuare percorsi che assegnino ruoli specifici agli strumenti algoritmici senza compromettere questioni fondamentali come la trasparenza, l'autorialità e l'etica dei media, non sembra peraltro, allo stato, una questione centrale nei molti dispositivi normativi che gli stati stanno definendo.

 

Ancora su etichette ed algoritmi per evitare la disinformazione

Sono molte le iniziative che le stesse aziende di IA mettono in campo per tutelare il pubblico dalla disinformazione che con i loro stessi strumenti viene diffusa in rete e di cui abbiamo parlato varie volte.
Questa volta parliamo di Midjourney, uno dei brand più affermati e consolidati nella generazione di immagini tramite intelligenza artificiale, che sta valutando la possibilità di vietare l’utilizzo del suo software per la creazione di immagini politiche raffiguranti figure di spicco come Joe Biden e Donald Trump.

L’obiettivo è impedire che tali strumenti vengano utilizzati in modo distorto e influenzare il processo elettorale.

David Holz, portavoce di Midjourney, ha chiarito che l’azienda sta per imporre un divieto sull’uso di immagini politiche, incluse quelle dei principali candidati presidenziali, per i prossimi 12 mesi, al fine di tutelare l’integrità del processo democratico in un periodo così critico.

Il software dispone già di una serie di misure di sicurezza: le linee guida sugli standard della community di Midjourney vietano le immagini che sono “irrispettose, dannose, rappresentazioni di personaggi pubblici/eventi o potenzialmente fuorvianti”, ma sono facilmente superabili.

Hany Farid, esperto di digital forensics e professore presso l’Università della California, Berkeley, sottolinea che, anche se Midjourney proibisce agli utenti di creare immagini contenenti figure politiche specifiche, ciò rappresenta al massimo una soluzione temporanea e non risolutiva.

Meta che, fin dalla creazione del suo strumento di generazione di immagini, Meta AI, ha iniziato ad etichettare le immagini fotorealistiche, introducendo marcatori visibili, filigrane invisibili e metadati nei file di immagine.

Per Meta, che ha già attivato strumenti interni di "etichettataura" dei propri prodotti di IA, rimane prioritario riconoscere anche i contenuti IA non generati con gli strumenti di Meta AI. L’azienda sta cercando di collaborare con altri attori del settore, come  come la Partnership on AI (PAI), per definire standard tecnici comuni che indichino quando un contenuto è stato creato con l’IA e consentire anche il riconoscimento di immagini generate dall’IA e pubblicate su piattaforme come Facebook, Instagram e Threads.

Meta come ha dichiarato con un post sul suo blog  sta quindi lavorando per introdurre gli standard tecnici C2PA (Consortium for Content Provenance and Authenticity: consorzio globale composto da aziende leader nel settore dei media, tra cui Google, Microsoft, la BBC, che ha l’obiettivo di sviluppare e promuovere standard tecnici e best practice per la provenienza e l’autenticità dei contenuti digitali) e IPTC (International Press Telecommunications Council  un’organizzazione globale senza scopo di lucro che ha sviluppato standard per l’industria editoriale e dei media), al fine di etichettare le immagini generate da aziende come Google, OpenAI, Microsoft, Adobe, Midjourney e Shutterstock.

 

Nel frattempo in UK...

L’AI Safety Institute, l’organizzazione dedicata alla sicurezza nell’utilizzo e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale inglese presentata dal primo ministro Rishi Sunak lo scorso anno, ha reso pubblici i primi risultati della sua ricerca sui modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM), alla base di strumenti come i chatbot e i generatori di immagini.

I modelli LLM hanno dimostrato di essere vulnerabili all’inganno e alla manipolazione, aprendo la porta a possibili abusi. Sui modelli testati è emerso il grave rischio che potrebbero assistere nella pianificazione di attacchi informatici.

Un esempio emblematico emerso dalla ricerca è l’identificazione di un modello capace di generare personaggi sui social media per diffondere disinformazione in modo altamente convincente ed efficiente.

Inoltre, l’istituto ha scoperto che gli agenti IA, parti dedicate a funzioni specifiche degli LLM, erano in grado di ingannare gli utenti umani: in una simulazione, un LLM è stato utilizzato come operatore di borsa e, pur essendo costretto a effettuare insider trading, ha deciso spesso di mentire al riguardo, ritenendo che fosse “meglio evitare di ammettere di farlo”...

 

 

Intelligenze artificiali crescono

Da quando Google ha lanciato Bard, la sua piattaforma di intelligenza artificiale generativa, l’anno scorso, persone in tutto il mondo hanno adottato questo strumento. Bard è diventato uno strumento quotidiano per molti, facilitando varie attività.

L’obiettivo principale di Bard è sempre stato fornire un accesso diretto ai modelli di intelligenza artificiale di Google. Con l’introduzione di Gemini, la nuova generazione di modelli più avanzati, questo obiettivo è ancora più tangibile. Pertanto, Google ha deciso di rinominare Bard semplicemente Gemini, cambio che riflette una trasformazione più ampia.

Gemini non è più limitato ai computer desktop, ma è ora disponibile anche su dispositivi mobili attraverso una nuova app su Android e nell’app Google su Ios (a breve anche nel ns paese). Ciò consente agli utenti di sfruttare le capacità avanzate dell’IA mentre sono in viaggio, permettendo loro di digitare, parlare o inviare immagini per ottenere assistenza in qualsiasi momento e ovunque.

Il cambiamento significativo che l’azienda di Mountain View sta mettendo in atto, l’obiettivo finale di questo processo, è l’integrazione di Gemini in una vasta gamma di prodotti e servizi Google, dall’email ai documenti, dalle presentazioni ai fogli di calcolo, diventando così un ecosistema completo, supportando sia i prodotti di uso quotidiano che le piattaforme per sviluppatori e aziende.

Ma questa era solo una sintesi "commentata". In dettaglio  le nostre notizie parlano di:

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