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Newsletter 26 del 19 luglio 2024
Uno po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!

SØØn vuol essere un riepilogo settimanale di alcune delle numerose novità che evolvono continuamente il mondo dell'intelligenza artificiale e del giornalismo. Non è possibile darne un resoconto completo o esaustivo, ci vorrebbero decine di pagine. 

Apple e Microsoft rinunciano al posto nel CdA di OpenAI

Martedì 10 luglio, Microsoft ha ufficialmente rinunciato al suo posto di osservatore nel Consiglio di amministrazione di OpenAI; la decisione è stata comunicata ad OpneAI attraverso una lettera di Microsoft, che ha anche informato della efficacia immediata della sua uscita dal Consiglio.

In seguito a questa mossa, anche Apple ha deciso di non perseguire più l’intenzione di entrare nel Consiglio di amministrazione di OpenAI.

Ricordiamo che solo lunedì scorso Apple aveva annunciato di aver trovato un accordo con OpenAI per entrare nel Consiglio di amministrazione come osservatore,  stessa posizione che Microsoft aveva in precedenza assunto, avendo investito 13 miliardi di dollari nell’azienda.

Microsoft, nella sua lettera, di cui alcuni estratti sono stati riportati da Axios, ha espresso gratitudine per il supporto ricevuto dai dirigenti e dal consiglio direttivo di OpenAI nel prendere questa decisione. La società ha spiegato di aver accettato il ruolo di osservatore senza diritto di voto in un momento in cui OpenAI stava ricostruendo il proprio consiglio, il che aveva permesso a Microsoft di ottenere preziosi approfondimenti senza compromettere l’indipendenza del consiglio.

“Negli ultimi otto mesi abbiamo assistito a progressi significativi da parte del Consiglio di amministrazione appena formato e siamo fiduciosi nella direzione intrapresa dall’azienda; considerato tutto ciò, non crediamo più che il nostro ruolo limitato di osservatori sia necessario,” ha affermato Microsoft.

Questa mossa arriva in un momento critico in cui le autorità antitrust dell’Unione Europea e degli Stati Uniti stanno intensificando le indagini sulle collaborazioni e gli investimenti delle grandi aziende nell’Intelligenza artificiale....

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Un trilione di dollari sull’IA che forse non rientrerà, secondo Goldman Sachs

Negli ultimi tempi, il dibattito sull’intelligenza artificiale (IA) ha catturato l’attenzione di economisti, investitori e tecnologi e Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo, ha scritto un documento di oltre 30 pagine, ricco di analisi ed interviste, sugli aspetti economici e di investimento relativi all’IA, chiedendosi: mentre le grandi aziende tecnologiche e altre imprese si preparano a investire oltre un trilione di dollari in infrastrutture per l’IA, questo enorme esborso di capitale porterà davvero ai benefici sperati?

Come al solito ci troviamo dinanzi a punti di vista differenti, anche se non propriamente divisi tra apocalittici e integrati.

Un altro aspetto critico del dibattito riguarda la carenza di componenti essenziali, come i chip e l’energia elettrica. Toshiya Hari e i suoi colleghi di Goldman Sachs prevedono che la domanda di chip supererà l’offerta nei prossimi anni, limitando la crescita dell’IA. Ancora più preoccupante è la questione dell’energia, di cui abbiamo già scritto in un nostro precedente articolo...

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Il Corriere della Sera ha un chatbot per le news di economia

Il Corriere della Sera è uno de primi giornali italiani ad introdurre un sistema di intelligenza artificiale ideato e progettato all’interno della sua redazione.

Questa nuova app, denominata «L’Economia», è stata ideata per offrire agli abbonati del Corriere un accesso immediato e personalizzato a una vasta gamma di contenuti su mercati, lavoro, fisco, consumi, casa e pensioni.

In Italia è la prima volta che un sistema di intelligenza artificiale viene utilizzato per guidare i lettori nella ricerca e nella fruizione dei contenuti informativi.

Come riferisce il Corriere, l’assistente virtuale, attraverso un’interfaccia chat che sfrutta il linguaggio naturale, permette di eseguire ricerche mirate tra oltre 30.000 articoli e contenuti disponibili in pochi secondi....

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OpenAI: tra chatbot e AGI, il confine tra pubblicità e realtà

Tra le pieghe dell’incessante sviluppo dei sistemi di Intelligenza Artificiale che hanno radicalmente trasformato la nostra società e aperto nuove prospettive in diversi settori, crescono numerosi interrogativi e preoccupazioni. Oggi più che mai, l’Intelligenza Artificiale è al centro di un dibattito che non si limita al suo potenziale innovativo, ma si estende alle implicazioni etiche, sociali, politiche ed economiche della sua implementazione.

Se progrediscono accuratezza e correttezza relative alle risposte dei sistemi GenAI più diffusi e commercializzati, possiamo d’altra parte immaginare che la ricerca e l’innovazione all’interno dei laboratori delle aziende sia avanzata anche più di quanto immesso sul mercato.

Capire cosa accade nei laboratori di OpenAI, di Google o di Anthropic e delle altre aziende che stanno rivoluzionando il nostro universo informativo e comunicativo, è la domanda che molti si pongono, spesso con velate preoccupazioni o dubbi.

D’altra parte, sono passati solo pochi mesi da quando, lo scorso novembre, una rivoluzione è avvenuta in OpenAI con il cambiamento improvviso del consiglio di amministrazione e la deposizione di Altman. La decisione di licenziare Altman è stata basata su una generica “perdita di fiducia” nella sua capacità di guidare l’organizzazione. Licenziamento tanto repentino quanto breve, con il riposizionamento di Altman al vertice dopo poche settimane. Le specifiche motivazioni dietro questa perdita di fiducia sono, ad oggi, ancora opache ma, fonti affidabili hanno parlato di disaccordi significativi tra Altman e alcuni membri del consiglio su come gestire le questioni relative alla sicurezza e all’etica dell’intelligenza artificiale, nonché sulle strategie dell’azienda. La più preoccupante di queste indiscrezioni, narrava di OpenAI vicina alla realizzazione di una AGI (Intelligenza Artificiale Generale), ovvero una IA con abilità e competenze assimilabili a quelle umane....

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Stati Uniti: i repubblicani chiedono indagini sugli accordi tecnologici con gli Emirati Arabi

Lo scorso aprile Microsoft ha investito circa 1,5 miliardi di dollari nell’azienda di Intelligenza artificiale degli Emirati Arabi Uniti G42; l’accordo prevedeva  l’ingresso, nel consiglio di amministrazione dell’azienda araba, del presidente di Microsoft, Brad Smith, e l’utilizzo del cloud Azure da parte di G42 per le sue applicazioni di intelligenza artificiale.

Tale investimento era stato incoraggiato anche dal governo degli Stati Uniti in quanto un’altra parte dell’accordo prevedeva che G42 eliminasse l’hardware di Huawei, l’azienda cinese di telecomunicazioni, e che gli Emirati Arabi Uniti accettassero di rimuovere le apparecchiature di Huawei da alcune aree considerate sensibili....

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