Uno po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!
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Newsletter 30 del 13 settembre 2024
Un po' di quello che vuoi sapere su IA e informazione!

SØØn vuol essere un riepilogo settimanale di alcune delle numerose novità che evolvono continuamente il mondo dell'intelligenza artificiale e del giornalismo. Non è possibile darne un resoconto completo o esaustivo, ci vorrebbero decine di pagine. 

Problemi dell’informazione con l’IA
copetina perplexity

Con l’intelligenza artificiale una nuova stagione di problematiche ed opportunità si presenta per il mondo dell’informazione.

I gruppi editoriali stanno stringendo accordi con le aziende di IA per cedere l’accesso ai dati in cambio di tecnologia e di “link” alle fonti. Uno dei principali problemi per il mondo dell’informazione che si sono presentati con queste nuove tecnologie è la possibile disintermediazione, ovvero il fatto che una volta letta una notizia su ChatGPT, Gemini, Claude o qualsiasi altra IA, i lettori, soddisfatti nelle loro richieste, non vadano più a leggere le fonti giornalistiche.

Quindi l’idea di base sarebbe che, dopo aver letto un’informazione restituita da una IA, un lettore vada poi anche a leggere la fonte giornalistica essendo disponibile il link. Ma sicuri che questo potrà accadere?

È noto come la lettura (non solo dei giornali) sia un’attività in decrescita permanente e l’assunto che, dopo aver letto una pagina su una notizia su Chat GPT, uno poi vada anche alla fonte sul Corriere della Sera (esempio), appare quantomeno azzardata.

Questa situazione ricorda molto da vicino la corsa a essere primi sui social che i siti di informazione hanno praticato per tutto il secondo decennio di questo secolo. Salvo poi essere liquidati dalle stesse piattaforme ormai disinteressate alle News, in un mondo di creatori digitali e di notizie “mordi e fuggi”.

Un altro problema delle news con l’IA viene evidenziato in un articolo su Columbia Journalism Review, in cui l’autrice, Anika Collier Navaroli, fa notare come i chatbot di intelligenza artificiale (IA) faticano nel fornire informazioni accurate...

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L’Intelligenza Artificiale per combattere il cospirazionismo
logo rcs mediagroup e openai

Secondo una ricerca sviluppata da alcuni ricercatori del Massachusetts Institute of Technology e della Cornell University pubblicata su Science, le persone che sostenevano teorie del complotto sono diventate più inclini a riconsiderare le proprie opinioni dopo aver avuto un dialogo con un modello linguistico avanzato di IA, come GPT-4 Turbo di OpenAI. Questa apertura mentale si è manifestata anche tra i soggetti più ostinati e si è protratta nel tempo, con un effetto che è durato almeno due mesi dopo l’interazione con l’IA.

Il risultato è sorprendente poiché contraddice l’idea diffusa che le persone profondamente coinvolte in teorie del complotto siano irrimediabilmente chiuse al confronto con dati e prove. La ricerca ha coinvolto quasi 2.200 partecipanti che avevano manifestato credenze cospirative su argomenti come gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001, la frode elettorale nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2020 e la pandemia di Covid-19, considerata orchestrata da alcuni.

Il chatbot ha fornito prove e argomentazioni per contrastare queste convinzioni, riducendo in media del 20% il livello di certezza autovalutata dei partecipanti rispetto alle loro teorie cospirative...

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Due studi sull’impatto dell’IA in Italia

Durante questo mese sono stati pubblicati due studi, che abbiamo trovato particolarmente interessanti, sull’impatto dell’intelligenza artificiale in Italia.

Il primo studio, intitolato “EY Italy AI Barometer”, realizzato da Ernst e Young fornisce un’analisi approfondita sull’integrazione dell’IA nelle aziende italiane, rivelando sia l’ottimismo che le difficoltà che accompagnano questa trasformazione tecnologica. Il secondo studio, intitolato “AI 4 Italy: from theory to practice: Verso una politica industriale dell’IA Generativa per l’Italia”, è stato realizzato da TEHA Group (The European House) in collaborazione con Microsoft Italia e si concentra sull’impatto dell’IA Generativa sull’economia e sull’industria italiana, proponendo un piano strategico per posizionare l’Italia come leader nell’innovazione tecnologica.

Secondo lo studio di Ernst e Young per valutare la posizione dell’Italia rispetto agli altri paesi europei e per riflettere su come colmare le lacune esistenti per competere a livello globale, è essenziale comprendere il livello di adozione e utilizzo dell’IA nel nostro paese...

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Inchiesta irlandese sui trattamenti di dati per l’IA di Google

L’autorità irlandese per la protezione dei dati (DPC) ha avviato un’indagine legale nei confronti di Google per verificare il rispetto delle normative europee sulla protezione dei dati in relazione allo sviluppo del modello di intelligenza artificiale Pathways Language Model 2 (PaLM2).

L’inchiesta, avviata ai sensi della Sezione 110 del Data Protection Act (il Data Protection Act è l’attuazione nel Regno Unito del Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati – GDPR), mira a stabilire se Google abbia condotto una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati, come richiesto dal GDPR, prima di trattare i dati personali di soggetti UE/SEE.

Secondo la DPC, una valutazione d’impatto è cruciale per tutelare i diritti e le libertà delle persone, soprattutto quando il trattamento dei dati comporta rischi elevati. L’indagine riguarda il trattamento transfrontaliero dei dati personali, che coinvolge più di un paese dell’Unione Europea o ha un impatto significativo su interessati in diversi Stati membri...

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YouTube introduce nuovi strumenti per rilevare l’Intelligenza Artificiale

Giovedì scorso, YouTube ha annunciato lo sviluppo di nuovi strumenti per rilevare l’uso dell’intelligenza artificiale nei contenuti pubblicati sulla piattaforma, con l’obiettivo di proteggere artisti, attori, musicisti e atleti.

YouTube ha presentato due strumenti principali. Il primo è la tecnologia di Identificazione del canto Sintetico, integrata in Content ID, che rileva automaticamente il canto sintetico, permettendo agli artisti di proteggere le loro voci da utilizzi non autorizzati.

Content ID, introdotto nel 2007, viene già utilizzato per identificare contenuti protetti da copyright. Quando un video viene caricato, Content ID lo scansiona automaticamente; a seconda delle impostazioni Content ID del proprietario del copyright, una rivendicazione Content ID può comportare il blocco del video, la monetizzazione per il proprietario tramite annunci pubblicitari, o il monitoraggio per le statistiche di visualizzazione.

Il secondo strumento annunciato da Youtube è una tecnologia di gestione dell’Immagine, che consente ai creatori di individuare e controllare l’uso dei loro volti in contenuti generati dall’IA, offrendo un maggiore controllo sulla loro immagine pubblica sulla piattaforma...

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