CNN e Reuters introducono il Paywall

CNN e Reuters hanno introdotto abbonamenti per accedere a contenuti premium, cercando di far fronte al calo delle entrate pubblicitarie e all’aumento della concorrenza. Tuttavia le testate online dovranno bilanciare la necessità di generare ricavi e quello di garantirsi una base ampia di lettori che sono anche l’obiettivo principale delle entrate pubblicitarie.

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Il giornalismo digitale sta vivendo una profonda trasformazione. Sono sempre di più le testate che decidono di introdurre sottoscrizioni per l’accesso ai contenuti sui loro siti web.

A questi, lo scorso 1° ottobre, si sono aggiunti anche CNN e Reuters.

A fronte di un aumento della concorrenza nel settore delle notizie online, il sostanziale calo delle entrate pubblicitarie e i cambiamenti nelle modalità di consumo delle news, per CNN e Reuters la transizione verso il modello di business basato sugli abbonamenti si presenta come una soluzione necessaria per garantire maggiori guadagni e sopperire al declino dei ricavi tradizionali.

CNN, emittente televisiva statunitense via satellite, ha deciso di richiedere un abbonamento di 3,99 dollari al mese per consentire ai suoi utenti negli Stati Uniti di accedere a contenuti premium. Gli abbonati potranno godere di articoli esclusivi, documentari, e una selezione quotidiana di notizie, con una netta riduzione della pubblicità online.

Nonostante l’introduzione del paywall, CNN lascerà fuori dal “muro” una parte dei contenuti, tra cui la homepage e le notizie in diretta, garantendo così un accesso, seppur limitato, anche a chi non è disposto a pagare.

Allo stesso tempo, Reuters, una delle principali agenzie di informazione a livello internazionale, ha annunciato il suo piano di abbonamento fissando il costo a 1 dollaro a settimana per l’accesso al sito Web, offrendo ai lettori contenuti di qualità superiore. L’abbonamento sarà diffuso prima in Canada, per poi estendersi in Europa e negli Stati Uniti.

Mark Thompson, CEO di CNN, di cui ha assunto la guida lo scorso anno, ha promesso allo staff dell’emittente “una nuova rivoluzione” ed ha espresso la sua intenzione di rendere l’azienda “a prova di futuro”, sottolineando l’importanza di sviluppare un’attività basata sugli abbonamenti digitali che possa generare oltre un miliardo di dollari di fatturato.

Anche Paul Bascobert, presidente di Reuters, afferma che il nuovo piano di abbonamento permetterà di ampliare la portata della loro copertura a un prezzo accessibile, consentendo maggiori investimenti sia nei reportage sia nei prodotti per gli abbonati.

Nella società attuale, caratterizzata da un aumento esponenziale di servizi in abbonamento, la decisione di CNN e Reuters si configura come una strategia di adattamento.

Tuttavia, considerando che dalle piattaforme di streaming ai software, sempre più aspetti della vita quotidiana richiedono un pagamento ricorrente, questa saturazione del mercato degli abbonamenti potrebbe però generare una certa stanchezza ed una difficoltà economica da parte dei consumatori, portandoli a valutare attentamente quali servizi sono disposti a finanziare.

Per quanto riguarda, il settore dell’informazione, il rischio è che l’accesso alle notizie di qualità diventi sempre più elitario, limitando la possibilità per ampie fasce della popolazione di informarsi in modo completo e accurato.

Le testate giornalistiche dovranno inoltre bilanciare la necessità di generare ricavi e quello di garantirsi una base ampia di lettori che sono anche l’obiettivo principale delle entrate pubblicitarie.

Restano dubbi sulla “resilienza” di queste iniziative, considerando che molte testate anche autorevoli (si pensi a BBC, RAI, The Guardian, National Public Radio, etc…) restano ad accesso libero, anche in considerazione del fatto che molte di queste sono di governance pubblica mentre altre, come il The Guardian, hanno la gratuità nel loro statuto.