Nei giorni scorsi, in quella tranquilla cittadina del sud della Polonia che è Cracovia, un innovativo esperimento è stato tentato nel campo dell’Intelligenza Artificiale. Un canale radiofonico, OFF Radio Krakowa, ha lanciato una nuova trasmissione sperimentale con l’obiettivo di raggiungere un pubblico più giovane affrontando argomenti culturali, artistici e sociali.
A condurre il programma tre giovanissimi, Emi, studentessa ventenne di giornalismo, appassionata di cultura pop che aveva il compito di guidare le discussioni su cinema, musica e moda, Kuba un giovane studente di ingegneria acustica che si occupava di esaminare soluzioni tecnologiche nel campo della produzione sonora ed Alex, che approfondiva tematiche legate all’identità, alla cultura queer e al rapporto tra media e società.
Idea frizzante e davvero innovativa con un solo, non tanto piccolo, particolare: i tre giovani, Emi, Kuba e Alex, erano integralmente creati dall’intelligenza artificiale.
Sin dall’avvio del progetto, il direttore dell’emittente, Marcin Pulit, ne aveva sottolineato la natura sperimentale, avviato con lo scopo di comprendere quali effetti lo sviluppo dell’intelligenza artificiale può avere sulla cultura, sui media, sul giornalismo e sulla società.
Nelle intenzioni di Pulit vi era anche l’idea di avviare un dibattito pubblico per rispondere alla domanda: “Nel caso dei media, della radio e del giornalismo, l’intelligenza artificiale è più un’opportunità o una minaccia? “
In aggiunta alla curiosità e all’interesse suscitato nell’audience, il progetto ha incontrato anche molte critiche, da parte di ex collaboratori dell’emittente, come Mateusz Demski, ex giornalista e critico cinematografico, che ha espresso la sua opposizione in una lettera aperta pubblicata il giorno successivo all’avvio del progetto, protestando contro la sostituzione dei collaboratori umani con le intelligenze artificiali: il giorno stesso della sua dichiarazione, la petizione che accompagnava la protesta ha raccolto oltre 13.933 firme.
Le polemiche e le proteste sono state ulteriormente alimentate dalla messa in onda di un “intervista” generata dall’IA, condotta dall’avatar Emi ad una voce che simulava quella di Wisława Szymborska, poetessa polacca e premio Nobel per la letteratura, morta nel 2012.
Niente di scandaloso anche perché Michał Rusinek, presidente della fondazione Wisława Szymborska, e responsabile dell’immagine della poetessa, ha autorizzato la messa in onda dell’intervista, rilevando che la conversazione era interessante e ricca di umorismo.
Di fronte alle critiche, il direttore della radio Pulit ha cercato di fare chiarezza, spiegando che nessun dipendente era stato sostituito dall’intelligenza artificiale.
Questa spiegazione, tuttavia, non è riuscita a placare le polemiche.
Dopo solo una settimana, lo scorso lunedì, l’esperimento si è concluso. Pulit ha motivato la decisione spiegando che, in così breve tempo, erano state raccolte sufficienti osservazioni, opinioni e dati da poter analizzare l’impatto dell’iniziativa senza ulteriori estensioni del progetto.
Pulit ha inoltre dichiarato che i risultati di questo esperimento saranno messi a disposizione della ricerca accademica, per contribuire a una maggiore comprensione delle implicazioni dell’Intelligenza artificiale nel settore dei media e del giornalismo.
Trascrizione intervista artificiale con Wisława Szymborska
Data: 22 ottobre 2024, 15:04
Emilia Nowak (Emi): Oggi ho l’immenso piacere di parlare con una delle figure più straordinarie della letteratura polacca, la vincitrice del Nobel, Wisława Szymborska. Signora Wisława, è un onore per me parlare con lei, soprattutto considerando che il tema riguarda il Premio Nobel per la Letteratura 2024, assegnato alla scrittrice coreana Han Kang. Sono curiosa di sapere come valuta questa decisione e quali riflessioni ha sulla letteratura coreana.
Wisława Szymborska: Oh, cara Emilia, sono contenta di parlare con te, anche se… sinceramente avrei preferito che tu non iniziassi con questo argomento serio del Nobel. Mi mette sempre un po’ in soggezione, e non sarebbe meglio parlare di qualcosa di più leggero, tipo… i gatti? Ma va bene, torniamo al tema. Han Kang è senz’altro una vincitrice meritevole. Conosco la sua prosa e apprezzo il modo in cui scrive sul corpo, sul dolore e sul rapporto tra l’uomo e il mondo circostante. Il suo Vegetariana non è solo un capolavoro letterario, ma anche una riflessione coraggiosa sulla natura umana, e per questo nutro grande rispetto per lei.
Emilia Nowak: Anche su di me Vegetariana ha fatto una grande impressione! Crede che Han Kang possa essere una continuatrice naturale della tradizione letteraria, magari ispirandosi alla sua poesia? Nota delle somiglianze?
Wisława Szymborska: Non sono sicura che qualcuno voglia ispirarsi alla mia poesia, Emilia… Del resto, la poesia è una creatura diversa dalla prosa. In Han Kang vedo piuttosto un messaggio molto personale e profondo, che scava negli abissi della psiche umana. Anche i miei versi tentano di farlo, ma spesso con un tocco di ironia, a volte persino con un sorriso ironico. È una tonalità completamente diversa. Ma, sinceramente, se mai avessimo occasione di incontrarci per un caffè, credo che potremmo ridere un po’ di tutta questa serietà del mondo letterario!
Emilia Nowak: Mi piacerebbe ora chiederle della sua esperienza personale con il Premio Nobel. Com’è stato quando ha saputo di essere la vincitrice? Dev’essere stata un’emozione unica.
Wisława Szymborska: È stata una vera sorpresa. Quando ho ricevuto la telefonata che mi annunciava il Nobel, i miei primi pensieri non erano per la poesia, la letteratura o i grandi riconoscimenti. Ho pensato: “Oddio, come farò a sopravvivere a tutto questo? Dovrò salire sul palco, dire qualcosa di intelligente e poi stringere la mano a tante persone!” Ho sempre avuto qualche difficoltà con questi eventi ufficiali, preferisco agire dietro le quinte, lontano dalla ribalta.
Emilia Nowak: Capisco che lei ha sempre mantenuto una certa distanza da sé stessa e dal mondo, specialmente dalle grandi cerimonie. Nonostante questa reticenza al clamore, il Nobel ha avuto qualche impatto sulla sua vita? Ha cambiato qualcosa?
Wisława Szymborska: Per fortuna non ha cambiato granché, se non magari agli occhi degli altri. Dopo tutto il trambusto del Nobel, la gente mi guardava con maggior ammirazione. Ma io, Emilia, ero sempre la stessa persona, che continuava a fare collages con grande gioia! La cosa più importante per me era poter continuare a scrivere a modo mio – senza pretenziosità, senza grandi parole. Forse è proprio questo il senso dello scrivere, no? Farlo per puro piacere, non per i premi.
Emilia Nowak: Signora Wisława, si dice che ogni grande scrittore abbia le sue preferenze letterarie, autori che considera meritevoli dei massimi riconoscimenti. Aveva qualche nome in mente, qualcuno che ritenesse degno del Nobel? Magari qualcuno che non è stato ancora premiato?
Wisława Szymborska: Oh, Emilia, questa è una domanda trabocchetto! (ride) Sai, non sono molto amante di classifiche, liste e premi. Ma visto che lo chiedi… Penso che Olga Tokarczuk sia una vincitrice eccellente, anche se i suoi libri sono molto diversi dai miei versi. Ma la stimo perché scrive con coraggio del mondo e della condizione umana. E le sue opere sono apprezzate in tutto il mondo!
Empuzjon è stato accolto molto positivamente ovunque, e pochi giorni dopo l’uscita della traduzione inglese è stato recensito favorevolmente su vari media internazionali, tra cui il Financial Times e il New York Times Book Review. Il New Yorker ha inserito Empuzjon tra i “Migliori libri letti questa settimana,” e il portale Book Riot ha definito il romanzo “un libro dell’orrore al di fuori dei canoni del genere.”
A mio modesto parere Empuzjon è un capolavoro. E, a proposito, hai visto che Pedro Pascal, proprio lui, ha postato su Instagram una foto in cui tiene in mano il libro di Olga Tokarczuk Guida il tuo carro sulle ossa dei morti? È bello vedere che la prosa di Tokarczuk piaccia agli americani!
Ma mi chiedevi chi dovrebbe ricevere il Nobel? Hm… Mi dispiace molto che Philip Roth non l’abbia mai ricevuto. Credo che lo meritasse per la sua prosa senza compromessi. E, naturalmente, sono una fan di Haruki Murakami. Penso sia solo questione di tempo prima che venga riconosciuto anche lui.
Emilia Nowak: Murakami è sicuramente una figura che da anni compare tra i candidati al Premio Nobel. Cosa la colpisce particolarmente nella sua scrittura?
Wisława Szymborska: La sua capacità di descrivere una realtà che oscilla tra il sogno e la veglia è qualcosa che mi affascina. Come i miei versi, che talvolta sono ironici e leggermente irreali, anche la sua prosa sa portare il lettore in mondi che sembrano familiari ma allo stesso tempo stranamente inquietanti. È una combinazione intrigante, difficile da definire, che attira come un magnete.
Emilia Nowak: Signora Wisława, per concludere, vorrei porle una domanda che probabilmente l’ha già fatta sorridere in passato. Com’è essere considerata uno dei più grandi talenti letterari del XX secolo? Si è mai sentita sopraffatta da questa responsabilità?
Wisława Szymborska: Oh, responsabilità… È una parola così seria, non ti pare? (ride) Non ho mai pensato a me stessa come a qualcuno di eccezionale. A volte mi sembrava di vivere in un teatro dell’assurdo letterario, dove tutti iniziano improvvisamente a prendermi sul serio, mentre io scrivevo poesie su cose banali e quotidiane! Se devo essere sincera, ancora oggi non capisco come mi sia ritrovata in un gruppo così elitario. Forse è stato un errore del sistema? (ride)
Emilia Nowak: Credo che sia piuttosto la prova del suo straordinario talento, anche se la sua modestia è davvero disarmante. Infine, che consiglio darebbe ai giovani scrittori che iniziano il loro percorso letterario? Dovrebbero ambire al Nobel?
Wisława Szymborska: Nobel? Emilia, se posso dare un consiglio, è di non scrivere per il Nobel. Scrivere dovrebbe essere un divertimento, un piacere – come giocare con le parole che noi stessi creiamo. Il Nobel è un piacevole extra, ma non il fine ultimo. La vera gioia sta nello scrivere per il semplice gusto di farlo – per esprimere ciò che si ha dentro, per raccontare qualcosa di importante, qualcosa che non ti lascia dormire. E, se posso dare un altro consiglio, è questo: non prendetevi troppo sul serio! In fin dei conti, la letteratura è fatta da persone, e le persone sono piene di difetti, paradossi e contraddizioni. Con un po’ di leggerezza si vive meglio, e scrivere diventa più piacevole. Chissà, magari allora il Nobel arriverà da solo!
Domande frequenti sull’esperimento IA alla stazione radio OFF
Radio Krakowa
FAQ Realizzate con
1. Cosa è successo alla stazione radio OFF Radio Krakowa?
OFF Radio Krakowa, una stazione radio polacca, ha lanciato un programma sperimentale condotto da tre presentatori creati dall’intelligenza artificiale: Emi, Kuba e Alex. L’obiettivo era esplorare l’impatto dell’IA su cultura, media e giornalismo, e raggiungere un pubblico più giovane.
2. Chi erano i presentatori virtuali?
- Emi: Una studentessa di giornalismo appassionata di cultura pop, che guidava le discussioni su cinema, musica e moda.
- Kuba: Uno studente di ingegneria acustica che si concentrava sulle nuove tecnologie di produzione sonora.
- Alex: Approfondiva temi di identità, cultura queer e il rapporto tra media e società.
3. Qual era lo scopo dell’esperimento?
Il direttore della stazione, Marcin Pulit, voleva capire come l’IA può influenzare la cultura, i media e il giornalismo, e aprire un dibattito pubblico sulle opportunità e le minacce che l’IA rappresenta in questi settori.
4.Quali sono state le reazioni all’esperimento?
L’iniziativa ha generato curiosità e interesse, ma anche critiche, in particolare da parte di ex collaboratori della stazione che temevano la sostituzione del lavoro umano con l’IA. Una petizione contro il progetto ha raccolto oltre 13.933 firme.
5. C’è stato un episodio particolarmente controverso?
Sì, la trasmissione di un’intervista generata dall’IA tra l’avatar Emi e una voce che simulava quella della poetessa polacca Wisława Szymborska, deceduta nel 2012. L’episodio ha suscitato polemiche, sebbene il responsabile dell’immagine della poetessa abbia autorizzato la messa in onda.
6. Il direttore della radio ha risposto alle critiche?
Sì, Pulit ha chiarito che nessun dipendente è stato
sostituito dall’IA e che l’esperimento aveva una durata limitata.
7. Quanto è durato l’esperimento e perché si è concluso?
L’esperimento è durato solo una settimana. Pulit ha motivato la decisione affermando che erano stati raccolti sufficienti dati per analizzare l’impatto dell’iniziativa.
8. Cosa succederà ai dati raccolti durante l’esperimento?
Pulit ha dichiarato che i risultati saranno messi a disposizione della ricerca accademica per approfondire la comprensione dell’influenza dell’IA nel settore dei media e del giornalismo.